IL MORBILLO NEL MONDO

Le epidemie continuano in diversi paesi, dagli Stati Uniti all'Australia, dall'Italia alla Germania, dove si studiano nuove leggi sui vaccini Nei primi tre mesi del 2019 i casi di morbillo in tutto il mondo sono aumentati del 300 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018, secondo i dati provvisori raccolti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Il problema riguarda diversi paesi europei e asiatici, così come parte dell’Africa e degli Stati Uniti e sta portando alcuni governi a valutare nuove iniziative per rilanciare le vaccinazioni, primo strumento per arginare la diffusione della malattia.

Nei primi tre mesi del 2019, sono stati registrati 112.163 casi di morbillo in 170 paesi del mondo, con un aumento significativo dovuto in alcuni casi alla mancanza di sufficienti risorse per effettuare le vaccinazioni, in altri per scelte politiche che hanno portato a sottovalutare il problema o ad assecondare in parte le richieste dei “no vax”.

La soglia del 95%...... che significa:

Il vaccino è la risorsa più importante per rendersi immuni dal morbillo senza dovere contrarre la malattia e di conseguenza i rischi che questa comporta. Come per gli altri vaccini, è fondamentale che in una popolazione si raggiunga la cosiddetta “immunità di gregge”: se la stragrande maggioranza delle persone è vaccinata, la malattia non riesce a diffondersi e si proteggono indirettamente anche i pochi che non si possono vaccinare per vari motivi medici. In un certo senso vaccinarsi è anche un gesto altruista, perché chi non può ricorrere a un vaccino ha spesso malattie al proprio sistema immunitario, quindi è ancora più esposto ai rischi di malattie virali particolarmente aggressive. Nel caso del morbillo, l’esperienza medica ci dice che si raggiunge un’immunità di gregge quando sono vaccinate tra il 90 e il 95 per cento delle persone. Al di sotto di questa soglia, un’epidemia di morbillo ha molte più probabilità di diffondersi.

Uno sguardo ai paesi coinvolti:

Italia

Nei primi tre mesi del 2019, in Italia sono stati segnalati 557 casi di morbillo, con un picco a marzo di 210 segnalazioni. Nell’87,5 per cento dei casi, le persone coinvolte non erano vaccinate al momento del contagio; il 31 per cento di queste ha poi sviluppato complicazioni. Un adulto non vaccinato è morto per complicazioni respiratorie. L’introduzione della legge sui vaccini, che impone alle famiglie di vaccinare i loro figli per poterli fare ammettere a scuola, ha contribuito a far aumentare il tasso di vaccinazioni contro il morbillo in Italia, dopo un periodo in cui si era registrata una riduzione di nuovi vaccinati. Nel periodo marzo 2018 – febbraio 2019, in Italia i casi di morbillo sono stati 2.498, il numero più alto in tutta l’Unione Europea.

Germania

Nei primi due mesi del 2019 i casi di morbillo segnalati in Germania sono stati 155, tra marzo 2018 e febbraio di quest’anno sono stati nel complesso 651. Una proposta di legge presentata negli ultimi giorni prevede di sanzionare i genitori che non vaccinano i propri figli, con multe fino a 2.500 euro. Il provvedimento, per ora in fase di valutazione, prevede anche meccanismi per vincolare la frequentazione scolastica alla vaccinazione.

Stati Uniti

Negli Stati Uniti i casi registrati di morbillo hanno raggiunto il livello massimo degli ultimi 25 anni. Per quanto riguarda il 2019, finora sono stati segnalati 764 casi, con un picco di 60 segnalazioni tra fine aprile e primi giorni di maggio. Il record precedente era stato nel 1994 con 963 casi. Persone malate di morbillo, di varie età, sono state segnalate in 23 stati. Le cause sono per lo più riconducibili a dubbi e scetticismo nei confronti dei vaccini, che negli ultimi anni hanno portato a una riduzione delle vaccinazioni. Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC), l’organizzazione statunitense per lo studio e la prevenzione delle malattie infettive, ha preparato un kit con informazioni e documenti, consigliando ai medici di utilizzarlo per divulgare l’importanza dei vaccini ai loro pazienti. Il maggior numero di casi negli Stati Uniti è stato registrato nel nord-ovest del paese, nella zona di Portland e nella contea di Clark, che fanno parte dello stato di Washington. Il numero di contagiati è iniziato ad aumentare verso la fine del 2018 con 73 casi confermati fino allo scorso marzo. Nella zona è stata dichiarata un’emergenza sanitaria, sia per ottenere fondi maggiori per affrontare il problema, sia per finanziarie nuove e più efficaci campagne d’informazione sull’importanza delle vaccinazioni. Nelle ultime settimane si è invece parlato molto dell’epidemia di morbillo a New York, nata nella comunità di ebrei ultraortodossi.

Australia

I casi segnalati in Australia da inizio anno a metà aprile sono stati 97, un numero maggiore rispetto a quelli segnalati nei quattro anni precedenti nel paese. Le cause principali sono l’arrivo nel continente di persone da Indonesia, Filippine, Sri Lanka, Thailandia e altri paesi dove sono in corso epidemie di morbillo. Appena 5 anni fa l’Australia era stata dichiarata libera dal morbillo proprio grazie all’alto tasso di vaccinati tra la popolazione. Le autorità sanitarie hanno deciso di intensificare le campagne di vaccinazione per contrastare la diffusione della malattia.

Israele

Tra marzo 2018 e febbraio 2019 sono stati segnalati 3.590 casi di morbillo in Israele, 2.110 dei quali nella sola zona di Gerusalemme. I contagi hanno interessato per lo più bambini con meno di 9 anni di età. Dopo un picco di casi registrato a ottobre 2018, il ministero della Salute israeliano ha avviato una nuova campagna di vaccinazioni, che ha in parte contribuito a ridurre il problema negli ultimi mesi. In attesa di una legge da parte del Parlamento, il ministero ha inoltre deciso come misura di emergenza il divieto di accesso a scuola per i bambini non vaccinati.

Ucraina

Nel periodo marzo 2018 – febbraio 2019, i casi segnalati di morbillo in Ucraina sono stati 72.400; solo nei primi due mesi del 2019 sono stati 25mila, rendendo l’Ucraina il paese con il più alto numero di infezioni da morbillo in tutta Europa. Nei primi due mesi di quest’anno in Ucraina sono morte almeno 10 persone a causa del morbillo. Le cause dell’epidemia sono diverse, ma comunque riconducibili a un decennio di grande instabilità politica, corruzione, guerre e una scarsa fiducia nel sistema sanitario. A causa della guerra dovuta all’invasione della Crimea da parte della Russia e alla caduta del presidente Viktor Yanukovich nel 2014, l’Ucraina fu impossibilitata a ordinare nuovi vaccini fino al 2015. L’anno seguente, a causa delle scorte molto basse, fu vaccinato solo il 42 per cento dei nuovi nati, riducendo sensibilmente la soglia di sicurezza.

Serbia

Tra marzo 2018 e febbraio 2019 i casi di morbillo in Serbia sono stati quasi 3mila con 14 morti, mentre non ci sono ancora dati sufficientemente affidabili sui primi mesi del 2019. Nel paese è in corso un’epidemia dall’ottobre del 2017, che ha portato il governo a intensificare le campagne per le vaccinazioni con risultati positivi, che dovrebbero portare alla conclusione dell’epidemia entro fine anno.

Filippine

L’epidemia di morbillo nelle Filippine è iniziata nelle prime settimane del 2019 ed è stata dichiarata ufficialmente a febbraio in alcune specifiche aree del paese. Nei primi tre mesi dell’anno sono stati segnalati oltre 23mila casi di morbillo e la morte di almeno 338 persone. La vaccinazione contro il morbillo nelle Filippine è gratuita, ma c’è una scarsa fiducia nei confronti delle vaccinazioni da parte della popolazione. Le autorità sanitarie ritengono che le cause siano almeno in parte riconducibili alle controversie intorno al Dengvaxia, un vaccino contro la dengue la cui diffusione nelle scuole fu sospesa nel 2017 quando fu comunicato dal produttore, Sanofi Pasteur, che il medicinale comportava rischi più elevati nelle persone che non avevano avuto almeno un’infezione da dengue. Il governo ha avviato campagne di comunicazione per incentivare il ricorso ai vaccini.

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