FORSE CI SIAMO DIMENTICATI COSA E’ IL MORBILLO?

Ricordiamoci che nei primi tre mesi del 2019, sono stati registrati 112.163 casi di morbillo in 170 paesi del mondo, con un aumento significativo dovuto in alcuni casi alla mancanza di sufficienti risorse per effettuare le vaccinazioni, in altri per scelte politiche che hanno portato a sottovalutare il problema o ad assecondare in parte le richieste dei “no vax”.

Il morbillo è una malattia infettiva del sistema respiratorio: è causata da un virus ed è altamente contagiosa. Viene trasmessa per via aerea e chi si ammala diventa contagioso circa tre giorni prima di avvertire i sintomi, e continua a esserlo fino a una settimana dopo la comparsa dei puntini rossi su buona parte del corpo (esantema). Oltre allo sfogo cutaneo, il morbillo causa tosse, raffreddore e febbre alta, che può raggiungere picchi intorno ai 40°C. Il morbillo può essere la causa di numerose complicazioni, dalla polmonite alla encefalite, una pericolosa infezione che interessa il cervello e il resto del sistema nervoso centrale, contenuto nella scatola cranica.

L’unico modo per non ammalarsi di morbillo è vaccinarsi, con un’iniezione che introduce una versione depotenziata del virus, sufficiente per fare imparare al nostro sistema immunitario a riconoscerlo e a contrastarlo, senza che si sviluppi la malattia. Come altre vaccinazioni, anche quella per il morbillo negli ultimi anni è stata al centro di numerose campagne da parte dei cosiddetti “no vax”, gruppi contrari ai vaccini perché secondo loro sarebbero inutili e dannosi, anche se tutta la letteratura scientifica e la pratica medica del Novecento dicono il contrario. Parte della diffidenza sui vaccini deriva inoltre da una delle più grandi e gravi frodi scientifiche della storia, quella sulla presunta correlazione tra vaccini e autismo.

Il vaccino è la risorsa più importante per rendersi immuni dal morbillo senza dovere contrarre la malattia e di conseguenza i rischi che questa comporta. Come per gli altri vaccini, è fondamentale che in una popolazione si raggiunga la cosiddetta “immunità di gregge”: se la stragrande maggioranza delle persone è vaccinata, la malattia non riesce a diffondersi e si proteggono indirettamente anche i pochi che non si possono vaccinare per vari motivi medici. In un certo senso vaccinarsi è anche un gesto altruista, perché chi non può ricorrere a un vaccino ha spesso malattie al proprio sistema immunitario, quindi è ancora più esposto ai rischi di malattie virali particolarmente aggressive. Nel caso del morbillo, l’esperienza medica ci dice che si raggiunge un’immunità di gregge quando sono vaccinate tra il 90 e il 95 per cento delle persone. Al di sotto di questa soglia, un’epidemia di morbillo ha molte più probabilità di diffondersi.

Ricordiamoci che nei primi tre mesi del 2019, sono stati registrati 112.163 casi di morbillo in 170 paesi del mondo, con un aumento significativo dovuto in alcuni casi alla mancanza di sufficienti risorse per effettuare le vaccinazioni, in altri per scelte politiche che hanno portato a sottovalutare il problema o ad assecondare in parte le richieste dei “no vax”.

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