Influenza. Allarme dell’ European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC)

Un basso tasso di vaccinazione antinfluenzale, ancora una realtà in molti paesi (nessun Paese europeo raggiunge il 75% di copertura vaccinale per le categorie a rischio e l’Italia risulta ferma al 50% per gli anziani e al 15% per gli operatori sanitari), aumenta il rischio di insorgenza di malattie gravi, ospedalizzazioni e morti premature. Nel rapporto del Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, si evince la forte necessità di prendere dei provvedimenti per una maggiore diffusione delle vaccinazioni, al fine di scongiurare un notevole sovraccarico dei sistemi sanitari, anche durante il corso di questa stagione invernale.

Ad eccezione dell’Austria, tutti gli altri stati membri (30) hanno risposto al sondaggio dell’ECDC, effettuato nel mese di gennaio 2018. Di questi, 19 hanno comunicato I tassi di copertura vaccinale per le stagioni 2015-16, 2016-18 e 2017-18, includendo informazioni dettagliate su specifiche popolazioni più a rischio, come gli over-65, i pazienti affetti da malattie croniche, le donne in gravidanza, il personale sanitario e i residenti delle strutture di lungodegenza. Queste categorie corrono un rischio maggiore di andare incontro a complicanze gravi, motivo per cui la maggior parte dei paesi dà loro la priorità alla vaccinazione.

Nonostante il consenso largamente diffuso da anni sull’opportunità di vaccinare le persone anziane, solo il Regno Unito ha quasi raggiunto il target europeo del 75%. Per l'Italia sono disponibili i dati delle stagioni 2015-16 e 2016-17, con un tasso di copertura che si attesta tra il 50 e il 60%.

Quasi tutti i paesi (29 su 30) promuovono la vaccinazione per gli operatori sanitari. Tra questi, solo 12 hanno comunicato i tassi di copertura. Inoltre, alcuni raccomandano la vaccinazione per tutti gli operatori del settore sanitario, altri solo per determinate categorie. L’Italia, tra i paesi che hanno messo a disposizione i dati, è il fanalino di coda, con un tasso bassissimo di copertura vaccinale pari al 15,6%.

Se analizziamo la vaccinazione delle donne in gravidanza vediamo che tale pratica è raccomandata in 28 paesi su 30. L’Italia ha fornito i dati ma si attesta su valori molto bassi, subito prima di Lituania e Slovenia. In particolare, nel nostro paese, si raccomanda la vaccinazione durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza.

I risultati di questa indagine mostrano che il raggiungimento di alti tassi di copertura vaccinale per le categorie più a rischio di complicazioni gravi rimane un serio problema di sanità pubblica, quindi il modo migliore per prevenire o minimizzare lo sviluppo di gravi malattie nelle categorie a rischio è la vaccinazione tempestiva, anche se l’efficacia del vaccino varia a seconda del virus in circolazione. Una buona copertura vaccinale consente anche ai sistemi sanitari di risparmiare risorse grazie alla diminuzione di visite e ospedalizzazioni.

Un dato incoraggiante emerso dall’indagine, riguarda il fatto che circa la metà degli stati membri dell’Ue ha riportato l’aumento dell’uso di vaccini di ultima generazione, i quali hanno garantito una protezione più ampia nella stagione 2017-18. Inoltre, sei stati membri hanno comunicato di aver messo in pratica nuove strategie di immunizzazione mirate ai bambini.

Il rapporto del’ECDC consiglia di migliorare il tasso di copertura vaccinale attraverso campagne di comunicazione mirate nei confronti delle categorie più a rischio, assicurando i finanziamenti necessari per programmi nazionali di vaccinazione. A tal proposito l'Italia ha già un Piano d'azione nazionale, che ha recepito le indicazioni del Consiglio europeo del 2009.

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