Le fasi di sviluppo di un vaccino

"Se mi chiedete 'avremo un vaccino in un mese?', la risposta è no, non lo avremo. Se mi chiedete 'potremmo averlo a fine anno?', potremmo averlo". A dirlo il presidente dell'Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa in Protezione civile sull'emergenza coronavirus del 21 marzo scorso.

"Il vaccino - ha spiegato Brusaferro - è oggi uno degli obiettivi dei migliori gruppi di ricerca competenti nel sistema e delle migliori aziende. Ci sono vari prodotti già a livello di sperimentazione animale, avanzato, anche se dobbiamo intenderci su cosa significhi avanzato. Sviluppare un vaccino richiede tempo, perché va testato e va prodotto in milioni di dosi, da destinare partendo dai soggetti più fragili".

Lo sviluppo di un vaccino è un processo piuttosto lungo ed elaborato. La costruzione di un vaccino non è che il primo piccolo passo verso l’allestimento di un preparato che possa poi essere utilizzato nella pratica quotidiana. Prima di un suo impiego nell’ambito dei programmi di vaccinazione, un nuovo vaccino deve infatti affrontare un lungo periodo di ricerca volto a dimostrare la sua sicurezza, la tollerabilità e l’assenza di effetti collaterali. Il primo passo riguarda l’allestimento dei preparati vaccinali che possono contenere il microrganismo in forma attenuata, completamente inattivata o contenere solo alcune componenti del virus o batterio. Una volta definito questo aspetto, il potenziale vaccino viene sottoposto alla sperimentazione pre-clinica che include studi in vitro e in vivo (generalmente attraverso l’utilizzo di colture cellulari, o attraverso la somministrazione in animali di laboratorio), o in silicio (tramite sperimentazione con modelli informatici). In questa fase pre-clinica si definiscono: il meccanismo d'azione, il profilo tossicologico e le prime evidenze di efficacia e sicurezza. Terminata la fase pre-clinica, il vaccino entra nel percorso di sperimentazione clinica che può realizzarsi in quattro fasi: le prime tre fasisi svolgono prima dell’immissione in commercio del vaccino mentre la quarta fase viene condotta quando il vaccino è già disponibile sul mercato.

  • Studi di Fase I: partecipano piccoli gruppi di volontari (alcune decine) con lo scopo di confermare nell’uomo la sicurezza del preparato dimostrata nelle fasi preliminari della ricerca di base, valutandone la tollerabilità intesa come frequenza e gravità degli effetti collaterali del vaccino.
  • Studi di Fase II: partecipano centinaia di volontari con lo scopo di confermare la sicurezza e la tollerabilità del vaccino e dimostrarne l'immunogenicità, cioè la sua capacità di indurre una valida risposta immunitaria nell’uomo.
  • Studi di Fase III: partecipano migliaia di volontari e generalmente sono condotti in numerosi centri di ricerca (multicentrici). Hanno l’obiettivo di confermare definitivamente la sicurezza, la tollerabilità e l’immunogenicità del vaccino su una popolazione molto ampia di soggetti.

In queste tre fasi, inoltre, viene esplorata la possibilità di somministrare il vaccino in sviluppo insieme ad altri vaccini già in commercio in particolari categorie di soggetti per ottenere informazioni specifiche sulle possibili interferenze in termini di efficacia e sicurezza. Dopo aver verificato che tutti i risultati dei test siano in linea con gli standard richiesti, il produttore procede alla preparazione di un dossier da inviare alle autorità competenti (l’Agenzia italiana del farmaco - Aifa e la European medicines agency - Ema) per richiederne la registrazione e l'autorizzazione alla commercializzazione che può avvenire solo dopo il nulla osta ufficiale delle autorità.

  • Studi fase IV: Questi studi post-autorizzativi vengono condotti dopo la commercializzazione del preparato e hanno l’obiettivo di verificare l’efficacia e la sicurezza del vaccino nelle sue reali condizioni d’uso, di valutarne l’utilizzo in particolari condizioni patologiche (per esempio malattie in corso del sistema immunitario che potrebbero modificare l’efficacia e la sicurezza del vaccino) e per determinati sottogruppi di popolazioni.
Poiché i vaccini vengono somministrati a scopo preventivo in una popolazione sana, è necessario che le percentuali di efficacia siano molto alte (numero di soggetti che rispondono in maniera adeguata al vaccino) e che il beneficio sia di gran lunga superiore al rischio. Pertanto, in ogni momento di tutto questo processo, lo sviluppo del vaccino o la sua commercializzazione possono essere interrotti, qualora venga meno una sola di queste condizioni fondamentali. Normalmente i tempi di sviluppo di un nuovo vaccino richiedono dai 6 agli 8 anni, ma in casi di straordinaria necessità come quella attuale possono essere accorciati sensibilmente.
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